Impianto di messa a terra sicuro e a norma

Impianto di messa a terra sicuro e a norma


Come realizzare un impianto di messa a terra sicuro e a norma

I due principali fattori di sicurezza dell’impianto elettrico di casa sono rappresentati da un ben progettato impianto di messa a terra (massa) e dall’interruttore differenziale (salvavita).

In questo articolo analizziamo come progettare un corretto impianto di messa a terra. Il filo di terra, il cui colore della guaina è giallo-verde, ha una funzione fondamentale: se un conduttore sotto tensione va a contatto con la carcassa metallica di un apparecchio elettrico, il conduttore di terra (a essa collegato) la scarica direttamente a terra attraverso una punta disperdente conficcata nel terreno.

In questo modo, se l’impianto di messa a terra è ben progettato, si riduce in gran parte il rischio di folgorazione, si tratta di uno dei punti fondamentali per la realizzazione di un impianto elettrico a norma, mettere la massa a terra è fondamentale. Qualunque apparecchio elettrico con carcassa metallica possiede un morsetto cui collegare il cavo di terra, che nella spina è connesso allo spinotto centrale.

Di sicuro interesse e utilità è la consultazione normativa presente sul sito del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano)

Da sapere:

Nelle prese elettriche l’alveolo centrale deve essere collegato a terra. Se abbiamo dubbi conviene controllare tutte le prese di casa per accertarci che la terra sia presente.

Se l’impianto di messa a terra non è installato, o è mal funzionante, anche l’interruttore salvavita potrebbe non svolgere correttamente il suo compito.

Cosa serve per realizzare un impianto di messa impianto di messa a terra sicuro e a norma

  • Cavo di terra con guaina giallo-verde
  • Punta disperdente con morsetteria necessaria
  • Mazza, cazzuola, chiave a forchetta
  • Mattoni, malta di cemento

Schema impianto di messa a terra

Come realizzare un impianto di messa a terra sicuro e a norma

Impianto di messa a terra sicuro e a norma

Realizzare un impianto di messa a terra

impianto di terra fai da te

      1. Fuori dall’abitazione effettuiamo uno scavo cui facciamo pervenire una canaletta con la trecciola di rame (Ø 6 mmq) del circuito di terra. Il punto di uscita dall’abitazione va segnalato con un cartellino.
      2. Scaviamo un pozzetto che va  rivestito con mattoni pieni in modo che il vano rimanga accessibile e ispezionabile. Come legante usiamo una malta povera, realizzata con sabbia e cemento.
      3. Bagniamo il terreno e conficchiamo la punta disperdente in profondità per mezzo di una mazza, lasciando fuori terra l’occhiello metallico cui va collegata la trecciola del circuito di terra.
      4. Colleghiamo saldamente la trecciola alla punta disperdente serrando il relativo morsetto. Il pozzetto va chiuso con una lastra di metallo. Periodicamente lo si ispeziona e lo si pulisce.

Punta disperdente o puntazza

dispersione elettrica

Se si deteriora la guaina di protezione di un filo di fase, questo può fare contatto con la carcassa di un elettrodomestico. Se l’elettrodomestico non ha un collegamento a terra, toccandolo la corrente attraversa il nostro corpo con conseguenze pericolose. Con un impianto di messa a terra funzionante, il passaggio di corrente si innesca fra il filo di fase e la terra, in quanto la pelle oppone una certa resistenza al passaggio di corrente. Questa sceglie la strada più facile, evitando di attraversare il nostro corpo.

 


COS’E’ IL DPR 462 DEL 2001?

DPR 462/2001

Gazzetta Ufficiale d’uscita del DPR 462/2001

Il DPR 462 del 2001 è un Decreto del Presidente della Repubblica, emanato nel 2001 ed entrato in vigore nel 2002 (vedasi Gazzetta Ufficiale n° 6 del 2002), che regolamenta  le verifiche degli impianti di terra, degli impianti elettrici nelle zone con pericolo d’esplosione e degli impianti di protezione scariche atmosferiche.

Il DPR 462 obbliga i responsabili delle attività a far verificare i propri impianti di terra ogni 5 o 2 anni (vedi Periodicità). Le attività soggette a tali verifiche sono tutte quelle che hanno al loro interno un lavoratore  e l’unico responsabile dell’effettuazione di tali verifiche è il datore di lavoro .

Hanno periodicità biennale i luoghi di lavoro a Maggior Rischio in Caso d’Incendio, gli studi medici e assimilabili, e i cantieri. Tutti gli altri hanno periodicità quinquennale.

E’ stato specificato il termine Lavoratore e non Dipendente in quanto la definizione si estende ad un più ampio ventaglio di lavoratori, come specificato nel Dgls. 81/08

Il datore di lavoro deve rivolgersi ad Organismi Abilitati dal Ministero dello Sviluppo Economico come Nemesi srl  , o ad ASL e Arpa. Solo questi Organismi possono effettuare le verifiche. Non possono eseguirle gli elettricisti, gli studi tecnici etc etc (vedi art.).

Inoltre la scelta deve avvenire con oculatezza e non solo per questioni economiche.

Chi non effettua tali verifiche è sanzionabile Amministrativamente e penalmente (leggi art. sulle sanzioni).

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