Riparliamo dell’impianto di messa a terra e perché è necessario realizzarlo. APPROFONDIMENTO E NORMATIVA

Riparliamo dell’impianto di messa a terra e perché è necessario realizzarlo.

APPROFONDIMENTO e NORMATIVA

Messa a Terra Stazione Radio e Mappa caduta Fulmini

Vedo che i miei articoli concernenti, l’impianto di Messa a Terra Stazione Radio (13.700 letture al 30 maggio 2019) e La Protezione da Sovratensioni (oltre 54.000 letture dei vari articoli) , hanno suscitato notevole interesse da parte dei miei lettori , per cui volevo scrivere questo secondo articolo, per riepilogare e approfondire, gli aspetti più importanti relativi all’impianto di messa a terra e dove e come la normativa vigente va applicata. Relativamente alla Protezione da Sovratensione, scrivere un articolo riepilogativo su cui sto lavorando.

DEFINIZIONE:

Per messa a terra di un impianto s’intende tutta quella serie di azioni necessarie per portare tutti i punti di una struttura metallica, di un impianto elettrico, di un impianto termoelettrico, impianto idraulico, impianto d’antenna TV, impianto di distribuzione del gas, ringhiere esterne in metallo, balconi in metallo, finestre in metallo, ecc., allo stesso potenziale elettrico del terreno.

La messa terra consiste nell’assicurare  alle masse elettriche lo stesso potenziale della terra in modo che esse si disperdano nel terreno senza colpire l’uomo.Nel caso degli elettrodomestici, se avviene, un guasto vi possono essere rischi per le persone che sono a contatto con la struttura metallica dell’elettrodomestico, se la stessa non è collegata alla messa a terra.

E’ necessario, quindi, collegare ogni parte metallica di un edificio (finestra di metallo, porta di metallo, cancello d’ingresso di metallo, tutto ciò che è conduttore di elettricità ) o di un appartamento ad un impianto di messa a terra a norma.

Elettrodomestici, prese elettriche, ringhiere, collegate al morsetto equipontenziale, che è attaccato al dispersore della messa a terra.

Insieme all’impianto di messa a terra agiscono in sinergia altri dispositivi come l’interruttore differenziale o salvavita che serve a garantire la massima sicurezza di un impianto elettrico.

Poi un’altra funzione è quella di evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche (il passaggio di cariche elettriche tra diversi materiali). E’ il caso della carrozzeria di un automobile che, in giornate con l’aria secca, si carica elettrostaticamente e quando tocchiamo la portiera prendiamo una piccola scossa. Per evitare questo problema si realizza una messa a terra della carrozzeria con apposite strisce che collegate al telaio sfregano sulla strada.

Eliminatore di elettricità anti-statica in gomma per autovettura.

Impianto messa a terra normativa

Esiste una normativa che rende obbligatoria la messa a terra di tutti gli impianti e parti metalliche di un edificio in modo che tutto lo stabile sia messo in sicurezza. Gli impianti soggetti alla normativa sono, quello elettrico, le tubazioni metalliche in genere, l’impianto idraulico, quello del riscaldamento, tubo distribuzione del Gas, inoltre, canali metallici, finestre metalliche, ferri delle armature del cemento armato. Tutti gli impianti saranno collegati ad un nodo equipotenziale di terra. La messa a terra è obbligatoria anche per strutture temporanee quali i ponteggi che nell’edilizia si montano per riparare la facciata di una casa; infatti, detti ponteggi hanno un’armatura metallica che accidentalmente potrebbe venire in contatto con sorgenti di forze elettromotrici utilizzate per alimentare macchinari elettrici.E’ per evitare ciò che con la messa a terra del ponteggio si disperdono in un apposito pozzetto tutte le masse elettriche. Il pozzetto è realizzato in cemento, in rilievo rispetto al terreno e apribile per ispezione; tra le sue pareti racchiude una porzione di terra in cui viene piantato un picchetto metallico.

Vorrei chiarire che un impianto di messa a terra non può essere realizzato con il fai da te ci vuole un progetto realizzato da un ingegnere o perito industriale, abilitato e un installatore, elettricista anche lui, abilitato, che avrà il compito di installare e certificare l’impianto di messa a terra secondo la norma vigente.

E’ necessario anche un monitoraggio continuo con misura delle relative resistenze e nel caso di aziende è prevista una verifica periodica obbligatoria per legge e a carico dei datori di lavoro.

COME MISURARE L’EFFICIENZA DELLA MESSA A TERRA (https://iu8cri.altervista.org/misurare-lefficienza-della-messa-terra/)

Tali controlli sono biennali per gli ambienti industriali a maggior rischio di incendio, per i locali adibiti ad uso medico, i cantieri edili e gli ambienti con pericolo di esplosione. Tutte le altre attività hanno una periodicità quinquennale.

Messa a terra di protezione

Collegamento imposto dalla norma vigente (D.Lgs. n. 81/2008, Decreto ministeriale n. 37 del 22 gennaio 2008, norma CEI 64-8/4) per mantenere le masse metalliche al potenziale di terra in condizione di normale funzionamento, realizzando una protezione mediante messa a terra.

La messa a terra consiste in una serie di accorgimenti atti ad assicurare alle masse metalliche il potenziale della terra, evitando che le stesse possano venire a trovarsi in tensione tra loro o tra loro e la terra. Dato che i cavi in tensione assumono rispetto al terreno un determinato potenziale, che per gli impianti delle abitazioni civili è di 230 V, si possono verificare situazioni di pericolo quando parti dell’impianto elettrico che normalmente non sono in tensione, come le carcasse degli elettrodomestici, a seguito di guasti o imprevisti acquisiscono un potenziale elettrico rispetto al terreno. La messa a terra di protezione protegge le persone e gli animali dal rischio di folgorazione. Essa comprende uno o più dispersori collocati nel terreno. Lo scopo della messa a terra è quindi far sì che le masse degli elettrodomestici siano al potenziale del terreno. In caso di guasto, la messa a terra correttamente collegata alle masse (carcasse metalliche, finestre, ecc.) assicura l’intervento automatico dell’interruttore differenziale.

IL SALVAVITA (interruttore differenziale) E L’INTERRUTTORE MAGNETOTERMICO (https://iu8cri.altervista.org/salvavita-linterruttore-magnetotermico/)
La messa a terra di protezione non interessa solo l’impianto elettrico, ma anche gli altri impianti e parti metalliche dell’edificio (tubazioni, impianto idraulico, travi, impianto termico e così via), in modo che lo stabile risulti messo in sicurezza anche rispetto a un fulmine che lo investe.

Messa a terra di funzionamento

Sulle linee di distribuzione elettrica ha lo scopo di vincolare il neutro al potenziale di terra, viene realizzato collegando il conduttore di neutro a uno o più picchetti di terra.

Messa a terra per lavori

Collegamento temporaneo per assicurarsi che l’impianto sul quale si sta lavorando sia           effettivamente fuori tensione. Viene realizzata la messa in cortocircuito e a terra dei conduttori attraverso dispositivi mobili (ad esempio su linee elettriche) o fissi (ad esempio su interruttori di manovra) durante tutta la durata dei lavori.

Scopi

Gli scopi fondamentali della messa a terra sono:

  • Offrire protezione contro i contatti indiretti.
  • Permettere l’intervento dell’interruttore differenziale in caso di guasto verso terra.
  • Proteggere persone e impianti da tensioni elettriche di qualsiasi origine.
  • Impedire l’accumulo di elettricità statica e prevenire scariche elettrostatiche dannose per apparati elettronici e di telecomunicazione. In bioedilizia le scariche sono considerate dannose anche per l’essere umano.
  • Scaricare i disturbi elettromagnetici e fornire un potenziale di riferimento.

Impiantistica

Nodo equipotenziale con disgiuntore per l’effettuazione di prove

L’impianto è costituito da una linea dorsale (conduttore equipotenziale) che percorre verticalmente tutto l’edificio e da una serie di nodi equipotenziali da cui partono le diramazioni secondarie. Le diramazioni giungono a collegarsi alle parti metalliche fisse e all’alveolo di terra delle prese elettriche. La normativa elettrica italiana (CEI 64-8) prevede che le masse metalliche che possano portare un altro potenziale ad esempio tubature del gas e dell’acqua, siano messe a terra in quanto masse estranee. La sezione dei conduttori di messa a terra deve essere almeno pari a quella dei cavi che portano l’energia elettrica all’area protetta e non inferiore ai limiti stabiliti dalla norma CEI 64-8.

Tipi di dispersori

Dal lato opposto l’impianto è elettricamente connesso al terreno per mezzo di dispersori. Questi possono essere:

  • picchetti in rame o acciaio zincato a sezione circolare o a croce, infissi nel suolo per uno o due metri;

  • cavo in rame non isolato, in gergo corda, interrato intorno all’edificio a una profondità maggiore di 0,5 metri;
  • qualora le caratteristiche costruttive lo consentano, si possono usare le strutture delle armature di acciaio del calcestruzzo armato come dispersore naturale, tale configurazione ha il vantaggio di schermare l’involucro edilizio dalle scariche atmosferiche.

Le norme prevedono che la resistenza elettrica esistente tra l’impianto e il terreno sia al di sotto di un valore coordinato con il valore dell’interruttore differenziale meno sensibile (generalmente l’interruttore generale dell’impianto). Il valore di 20 Ω indicato dall’art. 326 del D.P.R. n. 547/1955 è da ritenersi superato, in quanto lo stesso D.P.R. è stato abrogato dal D.L. n. 81 del 09-04-2008 “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”. Già la legge n. 186 del 01-03-1968 “Disposizioni concernenti materiali e impianti elettrici” imponendo la realizzazione degli impianti “a regola d’arte” e riconoscendo nelle Norme CEI la regola d’arte permetteva l’utilizzo di criteri differenti.

La Norma CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in c.a. e 1 500 V in c.c.” indica la necessità di coordinare il valore dell’impianto di terra con il valore della corrente di intervento dell’interruttore di protezione, solitamente un interruttore differenziale, e che questo valore venga misurato a impianto realizzato per poterne dichiarare la conformità. Il valore di tensione limite da imporre nella condizione di sicurezza è indicato nella Norma pari a 50 V negli ambienti ordinari; in ambienti particolari, in cui il rischio elettrico sia maggiore quali ad esempio gli ambienti a uso medico e i cantieri edili, il valore è limitato a 25 V.

La messa a terra va oltre il collegamento con un cavo, è qualcosa di complesso e richiede competenze progettuali specifiche. Si tratta di mantenere equipotenziali le strutture anche in caso di forti correnti impulsive, dovute per esempio ai fulmini. Per questo motivo gli impianti di un edificio, elettrico, idraulico, termico, di trasporto del gas, devono essere coordinati tra loro. Si supponga per esempio che un fulmine colpisca il tetto e si scarichi lungo la linea di messa a terra. Data l’elevatissima corrente che circola nel conduttore, come dice la legge di Ohm si avrà un potenziale elevato anche sugli elettrodomestici collegati. Se l’impianto idraulico non è coordinato si potrà avere una pericolosa differenza di potenziale tra lavatrice e rubinetto. In un sistema coordinato le masse metalliche hanno lo stesso potenziale. Nell’eventualità prima descritta tutto il bagno si porterebbe a potenziale elevato, ma non ci sarebbero differenze di potenziale pericolose tra le parti.

Per questo motivo devono essere opportunamente collegati all’impianto di messa a terra i tubi degli impianto idraulico, termico, del gas e tutte le altre masse metalliche dell’edificio (finestre metalliche, portoni in metallo, cancelli elettrici, ringhiere dei balconi ecc).

Tensioni e resistenza di terra

Messa a terra.png

  1. Tensione totale di terra
    U t {\displaystyle U_{t}} : tensione che in caso di guasto verso terra si stabilisce tra un’apparecchiatura e la terra. Se il guasto causa una corrente di dispersione verso terra I e l’apparecchiatura ha una resistenza verso terra Rt, per la legge di Ohm la tensione totale verso terra vale Ut = Rt*I. Questo spiega perché le norme prescrivono un limite massimo per la resistenza verso terra: a parità di corrente di guasto, maggiore è tale resistenza, tanto più la tensione totale di terra assume valori pericolosi.
    essendo V ( ∞ ) = 0 {\displaystyle V(\infty )=0} essa vale:
    U t = V A − V ( ∞ ) = V A {\displaystyle U_{t}=V_{A}-V(\infty )=V_{A}}
  2. Resistenza di terra
    R t = U t I t {\displaystyle R_{t}={U_{t} \over I_{t}}}
  3. Tensione di contatto
    tensione tra parti conduttrici quando vengono toccate simultaneamente
    U C = V A − V B ≤ U t {\displaystyle U_{C}=V_{A}-V_{B}\leq U_{t}}
  4. Tensione di passo
    tensione tra due punti della superficie del terreno a distanza di 1m tra loro, distanza che si assume come lunghezza del passo di una persona
    U P = V C − V D ≤ U t {\displaystyle U_{P}=V_{C}-V_{D}\leq U_{t}}

Il terreno forma con i cavi elettrici messi a terra un’unica maglia elettrica. Al contatto umano con un’apparecchiatura che casualmente sia sotto tensione, la corrente tende a scaricarsi a terra, perché il nostro corpo, come conduttore elettrico, chiude il circuito, e perché il centro stella della cabina ove è situato il trasformatore madre della corrente è impiantato con più dispersori collegati a  terra. Per cui la corrente torna sempre alla fonte che l’ha generata. Negli ospedali funziona in modo che in caso di dispersione nessuno che sia a contatto con apparecchiature sotto tensione sia sottoposto ad elettrocuzione (scossa)

Sistemi di distribuzione

Un sistema di distribuzione di energia elettrica è classificato da due lettere: la prima indica lo stato del neutro, la seconda indica lo stato delle masse. Per cui esisteranno: Sistemi TT, dove l’impianto del neutro in cabina è separato dall’impianto di terra dell’utenza. Per cui le masse sono connesse con impianto di terra proprio. Sono i sistemi utilizzati negli impianti in bassa tensione sprovvisti di cabina utente propria. Sistema TN, dove il neutro è connesso a terra tramite impianto di terra proprio e le masse sono connesse al neutro e rese equipotenziali a mezzo di un conduttore. Il sistema TN può essere a sua volta di tre tipologie: sistema TN-S, che è un sistema a cinque fili composto generalmente dalle tre fasi, dal neutro e dal conduttore di protezione che viene chiamato in questo caso PE; Sistema TN-C, è un sistema in cui neutro e PE sono lo stesso conduttore. È in pratica un sistema a quattro fili composto da tre fasi più un conduttore di neutro e di protezione chiamato PEN. In questo sistema le norme vigenti, in ambito nazionale, e in materia elettrotecnica vietano di interrompere il PEN poiché viene meno l’azione di protezione e viene ad instaurarsi nel neutro stesso una tensione pericolosa. La norma non ammette, per cui, l’utilizzo di alcun dispositivo a massima corrente di sgancio di tipo unipolare. Infine c’è un sistema detto TN ibrido che è un mix tra i due sistemi sopracitati. Questo sistema si utilizza negli impianti con cabina utente propria. Ultimo tipo di sistema è il sistema IT dove le masse sono sono messe a terra tramite impianto proprio e il neutro è connesso a terra tramite bobina di Petersen o c’è un sistema di neutro isolato. In Italia il sistema IT si usa nelle utenze che hanno bisogno di grande continuità di esercizio (ospedali, grandi industrie) in cui un’interruzione del circuito comporterebbe danno economici o, nel caso di ospedali, addirittura il rischio di compromettere la vita di un paziente. Il sistema succitato ha il vantaggio di non essere interrotto al primo guasto, “trasformandosi” dopo il primo evento di guasto da sistema IT a sistema TN o sistema TT (generalmente si preferisce la trasformazione in sistema TN visto che non si prevede l’uso di differenziali che risultano dispositivi assai costosi).

Il neutro è messo a terra in cabina e in più punti lungo la linea di consegna. L'impianto elettrico privato è solitamente messo a terra con un proprio impianto e con un proprio dispersore (generalmente è un dispersore a croce verticale). In questo modo in caso di guasto verso terra di un apparecchio, si genera una corrente di ritorno attraverso la terra che fa intervenire gli interruttori differenziali di protezione.

I grossi utilizzatori ricevono l’elettricità in alta o media tensione e la trasformano con proprie cabine AT/MT o MT/bt. In tal caso il neutro della cabina è connesso con l’impianto di messa a terra dell’edificio, costituendo il sistema terra-neutro (TN). In particolare è possibile avere la connessione della protezione di terra degli apparecchi al neutro (sistema TN-C) oppure con due linee distinte per neutro e terra (sistema TN-S) interconnesse in cabina. Quest’ultimo sistema garantisce maggiore sicurezza. Esiste anche una soluzione ibrida (sistema TN-C-S), in cui due linee separate sono interconnesse in un punto intermedio esterno alla cabina. Anche se questo sistema non è permesso negli impianti installati in locali a maggior rischio d’incendi

In generale, al di là delle diverse implementazioni, i sistemi TN offrivano un grado di protezione superiore rispetto ai TT contro i guasti verso terra, finché non sono stati introdotti i dispositivi differenziali. In un sistema TN, se per esempio un conduttore di fase entra in contatto con la massa metallica di un apparecchio, essendo questa massa collegata ad un conduttore, il guasto verso terra risulta equivalente a un guasto di cortocircuito. Ciò implica l’instaurarsi di una corrente di guasto elevata, che produce l’intervento dell’interruttore magnetotermico o del fusibile di protezione. Se il sistema di messa a terra fosse di tipo TT, la corrente di guasto potrebbe essere insufficiente a provocare l’intervento dei dispositivi a massima corrente.

Attualmente un sistema TT dotato di impianto di terra e protezioni differenziali risulta più sicuro di un sistema TN dotato di sole protezioni magneto-termiche.

Si può avere in un sistema del tipo IT, nel quale il neutro del trasformatore è “isolato” da terra, ovvero connesso a essa con un’impedenza di valore molto elevato (migliaia di ohm), mentre i carichi sono normalmente alimentati e le loro masse sono connesse a un impianto di terra comune. Nel caso di un guasto, a causa dell'”isolamento” del trasformatore, circolerà una corrente bassa e quindi non pericolosa; l’interruttore non interviene e le altre utenze connesse alla rete continueranno a essere alimentate. Un sistema del genere è utile in impianti, come negli ospedali, ove è necessaria una elevata continuità di servizio. Avvenuto il guasto si deve intervenire tempestivamente per isolarlo, per evitare che nel caso di un secondo guasto si instaurino tensioni pericolose.

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73 da Antonio IU8CRI

Fonti: Web, Wikipedia e iu8cri.altervista.org

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